Adozione e dintorni…la storia di Sara
30 Settembre 2019 / diMarina Iuele / Categories : Educazione, Fiabe per bambini, filosofia di vitaNon mi era capitato, prima di parlare di adozione.
E’ solo scrivendo il mio quarto libro
13 STORIE DAGLI ANTICHI IMPERI, edito da UNO EDITORI,
che incontro, per la prima volta nella mia ricerca intorno alle mie Storie d’Altrove, una storia di adozione.
In realtà il tema dell’adozione è presente in ben due delle mie 13 STORIE…una di origine atzeca, quella a cui farò riferimento in questo articolo, ed un’altra di origine maya, intitolata IL NANO E LA STREGA.
So da molto tempo ormai che l’Esistenza non conosce il “caso”, so che qualunque incontro avviene per portare maggior consapevolezza alla nostra Anima, al nostro Spirito, che così procedono nel loro Cammino per tornare a Casa.
Avrei dovuto immaginare, me ne rendo conto ora mentre scrivo questo articolo, che di adozione avrei dovuto parlare ancora, che questo tema sarebbe tornato ad affacciarsi alla mia attenzione…visto che ne avevo trovate tracce antichissime già presso le tradizioni atzeca e maya…
Oggi quel giorno è arrivato.
L’INCONTRO CON SARA, CHE DI ADOZIONE…NE SA
Sara è una giovane e sorridente collega che ho conosciuto circa 7 anni fa (ah…sarà un caso che i cicli di vita, secondo molte e antiche culture durano esattamente… 7 anni?).
Lavoravamo nella stessa scuola, una scuola grande, piena di gente che andava e veniva…che spesso non si fermava a guardare, osservare, comprendere chi aveva accanto…una scuola che non aveva l’energia compatibile alla mia, nella quale non sarei potuta crescere…e dalla quale, infatti, dopo soli due anni me ne sono andata.
Prima di andarmene, però, Sara ed io ci siamo conosciute, a mensa, e ci siamo “realmente guardate” ed abbiamo “realmente parlato”.
Lei era una delle 2…3 persone il cui ricordo era per me collegato ad un sorriso.
Quattro anni dopo, me la vedo, stavolta in qualità di mamma di un futuro “primino” all’open day della mia attuale scuola e con reciproca sorpresa ci abbracciamo e ci salutiamo con calore.
Al tempo non sapevo che io sarei stata una delle insegnanti di quella futura classe…ma l’Esistenza, dicevo, ha deciso diversamente…e di lei mi fido, in modo totale.
Inizia il nuovo anno scolastico, scopro che Sara ha deciso di iscrivere proprio nella nostra scuola il suo bambino e scopro che sarò una delle insegnanti di quella classe.
INASPETTATAMENTE SONO INVITATA A RIFLETTERE NUOVAMENTE SUL TEMA DELL’ADOZIONE, PERCHE’ QUALCHE GIORNO FA LEI…
mi dice di aver saputo che sono scrittrice, e mi dice che proprio per questo vuole condividere con me qualcosa che avrebbe avuto piacere che io leggessi…mi lette in mano un libro dalla copertina color pervinca (lo stesso colore che “combinazione” io avevo scelto per la copertina del mio primo libro 21 PICCOLE STORIE ZEN…già…combinazione…) e quando lo guardo…scopro che l’autrice è proprio lei, proprio Sara!
Stupita e davvero contenta deciso che leggerò immediatamente quel libro…perché quando i messaggi arrivano, bisogna essere pronti e centrati a raccoglierli!
Lo divoro, in poche ore.
Il libro di Sara è fluido, magnifico, semplice, scritto con il cuore e con la volontà di condividere una esperienza personale che è alla base della sua vita e che tutta la sua vita ha guidato: è un libro che parla di adozione, la sua, perché Sara è stata adottata.
Lo leggo e penso che sì, la scrittura è un atto terapeutico di per sè: chi scrive porta ogni volta un po’ più di Luce dentro di sè…perché andando a scandagliare ogni singolo meandro della sua vita…è costretto a comprenderlo, se lo vuole raccontare, è invitato ad accoglierlo, se lo vuole superare.
Sapevo già questo, perché è quanto sento ogni volta che scrivo e che mi permette di conoscere una nuova parte di me, nascosta dentro di me o riflessa negli occhi e nelle vite di chi incontro e di chi mi sta facendo da specchio…
Leggo e mi commuovo nell’incontrare gli occhi di quella bambina, il suo respiro, talvolta rotto dalla paura e dalla più terribile mancanza: quella delle radici!
Leggo e apprendo dalle sue parole ciò che avevo imparato già, ma che la vita mi mostra ancora una volta, attraverso Sara: l’Amore è destinato a trionfare, non sa scacciare la paure, ma può dare l’equilibro per accettarle, conviverci, almeno fino al punto in cui non siamo pronti a guardarle in faccia per vederle sciogliersi…penso alla STORIA DI GOBUKI, una delle mie 21 PICCOLE STORIE ZEN , che parla della paura e come un saggio e giovane ragazzo l’abbia affrontata…e proseguendo il racconto mi accorgo che Sara-Gobuki , credo guidata dalla Saggezza del suo Essere, ha affrontato la sua paura più grande facendo proprio quello che il protagonista della mia storia aveva fatto! Sara è andata nella sua caverna (la sua terra di origine) ed ha guardato in faccia la sua più grande paura…
Leggo, ringrazio la Vita per quanto sa essere meravigliosa e penso che oggi…è arrivato davanti a me il mio BIMBO DELLA MONTAGNA, la storia atzeca di cui vi parlavo e che mi ricorda lei…E come il mio Bimbo della Montagna…anche Sara porta un messaggio di speranza…e porta onore a tutte quelle Donne e quegli Uomini che hanno compiuto uno straordinario atto di Amore: concedere ad un figlio che non hanno tenuto nel grembo di avere una mamma ed un papà.
Ho già scritto quel che l’Antica Saggezza mi ha suggerito: nell’incontrarsi, nel donarsi reciprocamente amore…genitori e figli si salvano, reciprocamente.
Nella sua infinita generosità, a volte, l’Esistenza concede delle nuove, migliori opportunità di vita a bambini che, diversamente non le avrebbero avute…e se non è Amore questo…
IL MESSAGGIO DI AMORE E DI SPERANZA PER TUTTI I BIMBI DELLA MONTAGNA
che è affiorato nel mio cuore, leggendo d’un fiato la storia di Sara, è quello che già l’Esistenza mi aveva sussurrato all’orecchio quando ho incontrato le storie che sono poi diventate i racconti del mio ultimo libro.
La madre biologica del mio BIMBO DELLA MONTAGNA, sussurra al figlio, prima di adagiarlo nella piccola barchetta che lo avrebbe traghettato verso il suo futuro, queste parole. Te le dedico, Sara…e le dedico a tutti quei bimbi che come te sono arrivati dalla lontana montagna…Sono certa che sono parole molto simili a quelle che ti ha sussurrato chi ha dovuto separarsi da te e lasciarti su quella panchina…
-Figlio adorato- disse – Questa terra non è stata generosa con te, ma il MONDO E’ GRANDE E RICCO DI DONI. Ti guidi la forza di tuo padre, ti culli dolcemente la corrente di questo fiume e ti conduca in un luogo in cui potrai crescere felice!
Il mio cuore parte con te…SE NON POSSO DARTI ALTRO CHE LA VITA…ALLORA VA’, FIGLIO E ABBI UNA VITA SPLENDIDA!-
A volte la rinuncia è la forma più grande di Amore.
E nello splendere, nel rendere la nostra vita un capolavoro…noi onoriamo il sacrificio di chi ci ha preceduto…madre biologica o antenato che sia.
In lack’ech
(io sono un altro te stesso)
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