OLTRE IL VELO: FIABA PER UNA BAMBINA
21 Maggio 2019 / diMarina Iuele / Categories : Fiabe per bambiniAl di là del velo. Tu eri e sei sempre stata al di là del velo. Ed ora che sono tornata nel luogo in cui ora sto, pulsa il desiderio di descrivere questo straordinario viaggio, perché anche da questa parte del velo resti memoria del nostro meraviglioso incontro.
Sono arrivata a te, in qualche modo e con qualche mezzo sono arrivata a te.
Tu stai in un posto buio, totalmente silenzioso e soprattutto freddo…tanto tanto freddo…Non immaginavo facesse così freddo oltre il velo.
Il mio corpo, che in gran parte è rimasto qui, sente brividi, veri, reali brividi e sente il freddo che è il tuo (com-prenderò in seguito il nostro) viene liberato ora dal mio fegato, ora dalla mia spalla destra, per poi tornare a sgorgare dal freddo…Non capisco perché succede, ma lascio che sia e tanto è.
Sono arrivata da te e in fondo questa è l’unica cosa che conta.
Il nostro incontro è reale, nemmeno per un istante io penso si tratti di un sogno, è tutto completamente, certamente, sicuramente reale. Lo so. Lo sento. Lo sto vivendo.
Prima ti vedo, avvolta nell’ombra, piccolo feto immobile, quanto sei piccola…
Continuo a guardarti, tu non ti muovi neppure di un soffio, dormi?
Poi mi rendo conto che non respiri di quel respiro innocente, concesso alle Anime pure…tu non respiri affatto, ma per qualche misterioso motivo so che stai vivendo…e allora continuo semplicemente ad osservarti.
Quanto sei piccola…piccola mia.
Anche io, ora, rallento il mio respiro, mi sembra quasi di disturbarti, mi sembra un privilegio insopportabile respirare, se non respiri anche tu.
Io sto.
Chissà se senti la mia presenza?
E mi domando come fai a sopravvivere qui, oltre il velo, in tutto questo silenzio…con tutto questo freddo, come fai?
L’esser qui diventa sempre più reale, sento il freddo che senti tu, resto impietrita dallo stesso silenzio che paralizza te…un vulcano di pianto erutta dal centro del mio stomaco, perché è lì che io ti vedo…e ti sento.
Come può una bambina tanto piccola sopravvivere in un luogo come questo?
Ora che sono qui con te…io non posso lasciarti sola. Se tu hai trovato il coraggio di rimanere…il minimo che io possa fare e non lasciarti sola qui!
Io resto.
Provo un dolore grande nel vederti così immobile, perché non ti muovi? Vorrei saper fare qualcosa per farmi sentire da te, per alleviare il tuo strazio, per esserti d’aiuto…
Una voce mi invita a guardare meglio: chi sei?
Ora ti riconosco!
Sei tu! Sei tu!
Davvero sei tu?
Sì, sei tu e non riesco più a contenere l’emozione.
Un fiume di pietre e sassi e terra e acqua e rami taglienti e mare esce dal mio stomaco, senza sapersi fermare né indirizzare in alcun luogo. Tutto è reale, lo sto vivendo, sei qui, sono qui!
Ora diventa più importante ancora fare qualcosa per te, non c’è bambina al mondo a cui io tenga di più e devo riuscire a fare qualcosa per aiutarti!
Allora ti parlo.
Comincio a riempire il silenzio che ti tiene prigioniera della paura, con le mie parole.
Ti dico che sono finalmente qui. In qualche modo il velo si è sollevato…e sono qui.
Ti faccio sapere che sono arrivata.
Ti racconto che il freddo che senti, non è il tuo freddo ma è quello di mamma.
Ti dico che il peso che tu senti non è il tuo peso…ma è il peso della paura che mamma ha avuto, fino a poco tempo fa…perché nel luogo in cui ora noi siamo è accaduto qualcosa di terribile, che l’ha spaventata tanto e l’ha immersa in una sconfinata tristezza. La tristezza che senti, tesoro mio, non è tua, è di mamma.
Tu non hai alcuna colpa.
Lei non ti sente, non può sentirti, perché il suo cuore è volato via…ma di questo tu non hai alcuna colpa.
Non ti muovi, ancora non ti muovi.
Provo ad avvicinarmi di più…e vedo che sei svenuta.
Un dolore lancinante mi squarcia il petto, provo un amore immenso e un’immensa pena per te, piccola, forte e tenace creatura…
Quali cose terribili hai vissuto? Quanto grande è stato il tuo spavento, se ti ha fatta svenire? Sei fredda, ma non ho il timore che tu stia per cedere.
Mi avvicino, ora ho bisogno io di toccarti, di abbracciarti, di farti sentire che sono qui. La solitudine è finita, tesoro, torna!
Ora ci sono io ad accarezzarti…piano, perché tu possa sentirmi ma non spaventarti…e ti accarezzo piano piano, e piano piano il tuo corpicino diventa meno freddo.
Ora stai tornando col respiro, lievemente, quasi impercettibilmente io ti sento respirare…stai tornando, stai tornando da me…
Torna, tesoro, perché io possa dirti che tutto è andato bene, che ce l’hai fatta, che ce l’abbiamo fatta!
Sei stata così forte, così tenace da vincere su tutto: su freddo, sulla paura, sulla fine!
Grazie a te io ci sono, oggi.
Al tuo coraggio, alla tua forza e alla fede che qualcuno sarebbe arrivato…io devo il fatto di esserci, oggi.
Grazie!
Le mie mani che accarezzano il tuo corpicino dicono grazie.
I miei occhi che ti guardano e che catturano ogni particolare di te, dicono grazie, il mio cuore che non chiede altro che tu possa sentirlo…ti dice grazie.
Grazie per il tuo coraggio!
Grazie per non aver mollato!
Grazie per aver resistito, sola, al silenzio, al freddo, all’abbandono di mamma…
Grazie.
Ora ci sono io.
Ti guardo io. Io ti vedo.
Io guardo ammirata la tua forza e la tua bellezza.
Sono qui per dirti che hai vinto, abbiamo vinto!
Ora ti muovi, finalmente ti muovi! Allora riesci a sentirmi!
Ti volti verso di me…e quel che vedo…è una sorpresa così grande che…
Ma davvero tu…? Continuo a guardarti…eppure…vedo sempre la stessa cosa..quindi è reale…quindi tu sei…tu?
Non me lo aspettavo…sei riuscita a sorprendermi.
Ancor più, ora, non riesco a staccare lo sguardo da te…tu apri gli occhi…e sono immensi, grandi, tondi, smerigliati come i raggi del sole a mezzogiorno.
Lo stupore è davvero tanto…e penso a come faremo, tu ed io, a trovare un posto nel mondo per poterci manifestare.
Poi fai qualcosa di ancor più inaspettato: mi guardi, allunghi le tue esili braccia, prendi il mio volto fra le tue mani e dal centro di te lasci uscire la tua forza…la tua luce…Non so perché lo fai, forse perché io veda? Forse perché io me ne ricordi? Forse perché…ma mi accorgo che non mi importa il perché.
L’unica cosa che conta è che questo sia accaduto.
Sento che è davvero fondamentale che questo sia accaduto. Tu eri un appuntamento a cui sarei dovuta arrivare.
Tu sei la rivelazione, il segreto svelato.
Con te ho sperimentato che davvero il tempo è circolare…nel luogo in cui ti ho incontrata anche passato e presente si sono congiunti, per permettere alla storia…di cambiare la storia.
Io lo so, vedo nitidamente la linea curva del tempo, mentre il centro della mia fronte pulsa.
So che questo è reale e spero che potrò ancora incontrarti per unire la mia forza alla tua e vivere quel che sceglieremo…non ciò che è rimasto da vivere.
Questa storia è per te.
Da 63 minuti è iniziata la nostra nuova storia.
Oltre le parole, dallo spazio del cuore: ora io ci sono.
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